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giovedì 22 settembre 2016

Feeling with Feelomena

Quando suoni alla porta di Filomena Saltarelli ti apre una ragazza minuta e gentile, occhi grandi e capelli cortissimi.

Ecco, già quei capelli cortissimi dovrebbero dirti una cosa: stai attento, Filomena è una tipa decisa.Sognante, idealista, ma decisissima. Del resto, lavorare a Torino ma vendere a New York, Los Angeles, Europa e Paesi Arabi non può essere un caso.


Filomena è la mano, il cervello ed il cuore di Feelomena, che abbiamo visto sfilare alla Torino Fashion Week quest'estate.














Le chiedo subito come abbia cominciato:
- Volevo disegnare moda. Non per seguire la moda, ma per disegnare qualcosa di "mio": comprensibilmente, i miei genitori non si sentivano di mandarmi a studiare altrove, ero così giovane!, quindi mi iscrissi e studiai qui allo IED di Torino.
Una volta concluso il ciclo di studi, una volta cresciuta, volai in Belgio, Anversa è diventata la mia seconda città... ci ho vissuto per anni, studiando e lavorando, ancora oggi torno volentierissimo, anzi... sono di nuovo in partenza.








Poi sei tornata, però.
- Sì, poi sono tornata perché alla fine, quando sogni un prodotto di qualità, devi conoscere il tessuto, devi riuscire a parlare del tessuto che vuoi, di come lo vuoi, di come vuoi che vengano lavorati i tuoi capi... lavorare nella tua lingua ti dà la possibilità di esprimere anche a parole i concetti che altrimenti dovresti elaborare in un idioma diverso, senza essere troppo certa del risultato.
E poi...




E poi?
- E poi ho scoperto che grazie ad Internet si lavora benissimo anche qui, a casa mia, vicino agli affetti che hanno sempre creduto in me e mi hanno sostenuta, e dove sono cresciuta. Attraverso il mio sito online anche la signora di New York riesce ad indossare la mia collezione, così ho deciso di stabilirmi qui... che bisogno c'è di stare all'ombra del Duomo per fare la propria moda?



Certo, vendere a New York dev'essere una bella soddisfazione...

- La soddisfazione più grande è constatare che qualcuno "capisce" il lavoro che c'è dietro; una volta in una boutique di Roma mi si mosse una critica che io ritengo assolutamente un complimento: "tutta la cura che c'è dietro non si vede dal sito, i tuoi lavori sono perfetti nel taglio e nelle rifiniture". Questo per me fu il segno, positivo, che non tutti vivono di effimero e di esteriore, ma qualcuno ancora guarda alla cura del prodotto.




Ecco, parliamo del tuo prodotto
- Io mi occupo del design e del modellaggio, mentre la sartoria vera e propria è affidata ad un laboratorio che ho cercato e controllato personalmente. Ci vuole una certa etica nel nostro lavoro, sarò fissata ma pensare di produrre capi in serie con tessuti di scarso valore intrinseco, o con una manodopera non adeguatamente formata, o ancora non correttamente remunerata in termini economici e di garanzie non fa per me.



Prossimi passi?
- Prima di tutto riuscire a gestire tutta la parte amministrativa, il sito online, la comunicazione... io sono un'anima creativa, certe dinamiche ancora mi sfuggono perché quello che amo di più è proprio la nascita della mia idea e la sua realizzazione. Poi, certamente, arriverò ancora più preparata e determinata alla prossima Fashion Week, che è stata un'avventura pionieristica ma d'obbligo per Torino; la nostra città è stata per anni la casa della Moda ed ha tutte le caratteristiche per ospitare la settimana della moda come altre città: logistica, creatività, unicità e design sono i suoi punti forti, e vanno messi in mostra.




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